Dicevamo, dicevamo, dicevamo, negli scorsi episodi, non siamo neanche a metà serie e già molti interrogativi sono stati chiusi. Il capo dell'Agenzia? Check. L'Organizzazione nemica? Check, sconfitta. Gomez, il tizio figo che per un paio di episodi si è messo a voler uccidere Paperino? Check. Cosa ci rimane? Ah, i tre giorni di vuoto. E oggi abbiamo pure quelli, tranquilli.
Prima storia del lotto di oggi, pure la più importante e tra le più belle della saga: Una missione lunga tre giorni, scritta da Fausto Vitaliano e Marco Bosco (Topolino 2867-2870). L'inizio della storia fa presagire un evento parecchio sconvolgente per la storia. Paperino è ormai stanco di questa sua ennesima vita segreta in cui non si può fidare di nessuno, e decide di lasciare l'Agenzia. Prima, però, dovrà sottoporsi al Total Reset Button, che gli cancellerà ogni ricordo riguardo le sue missioni e l'Agenzia. DD ha però un ultimo desiderio: voler sapere cosa è successo in quei fatidici tre giorni che gli sono stati eliminati dalla memoria. Gizmo e Head H lo accontentano, anche se con un metodo molto rischioso....
Un imprevisto, un errore quasi comico, porta Paperino ad entrare come agente per una missione della allora poco nota Agenzia al posto del mercenario Carter, personaggio visivamente epico.Vitaliano come solito fa iniziare la missione intrecciando la parte spionistica con l'esilarante routine e col rapporto con Paperina, per poi farci entrare nel vivo della missione in un'isola segreta dove si svolge gioco d'azzardo clandestino. Una ambientazione davvero stupenda.
Da lì in poi è tutto velocissimo e al cardiopalma, spezzato solo dai commenti di Paperino e compagnia. Perfino i tantissimi tradimenti e doppi/tripli giochi sono usati in modo divertente, proprio nella loro esagerazione, e permettono di portarci ad un finale in cui tutti i personaggi qui mostrati sono contro il povero Paperino. Tanta azione e dinamicità, anche tramite i disegni spettacolari di Pastrovicchio (sono convintissimo che ha disegnato lui il character design del file live action delle Tartarughe Ninja).
A questo punto abbiamo una serie di puntate autoconclusive, uscite con poca distanza una dall'altra. Partiamo con Chi ha incastrato Doubleduck?, in cui Teresa Radice si riscatta per la sua precedente storia non molto convince con un'avventura non male, ambientata ad Amsterdam. Più che per la trama in se, con un quadro rubato con le impronte di DD, colpisce un personaggio: è presente il padre di Kay K, che lei è costretta ad arrestare. La sequenza finale, molto aperta, ci lascia sperare un ritorno di questo ladro gentiluomo. Ma la storia merita anche solo per il nome del quadro rubato, "Le girasogliole".
La storia successiva è Doubleduck: L'uovo di Rio, solita autonconclusiva. Nella sceneggiatura, senza particolari guizzi, abbiamo l'ordigno nascosto nell'opera d'arte, questa volta scultura, che i nemici vogliono recuperare. Intrigante? Ormai poco. Originale? Nemmeno, visto che è simile alla puntata precedente. E, come se non bastasse, pure di quella successiva. Ah, no, delle due successive.
E' qui un gran problema della saga in questo momento: troppi episodi a poco distanza tra loro, tutti troppo simili e che rendono la storia ripetitiva.
Infatti anche in Delirio Su Tela si tratta di recuperare un quadro, questa volta a Roma, perché contenente una microcamera che ha filmato la reclutazione di un nuovo membro dell'Organizzazione. Già, l'Organizzazione. Veniamo infatti a sapere che i pesci grossi della squadra sono fuggiti dalla base prima che venisse circondata dall'Agenzia (in Missione cuore termico). Ora questi pesci grossi stanno cercando di reclutare nuovi membri. Cancelliamo il check da "organizzazione nemica", va'.
Perfino in Il trionfo dell'amore, pubblicata qualche numero dopo, la trama è quasi la stessa. Una importante chiave elettronica nascosta in un quadro, che DD dovrà recuperare. Almeno qui il risultato è più godibile tramite i bei disegni di D'Ippolito e a un po' d'azione aggiuntiva. Appare anche il nuovo membro dell'Organizzazione apparso nell'episodio precedente, ma chiamato in un altro modo. What?
E il membro dell'Agenzia qui mostrato è un protagonista da meme mancato.
Quindi, che dire, non ci sono molte parole. Come si può parlare in modo differente di quattro episodi con quasi la stessa trama e che si svolgono allo stesso modo? Non se ne può parlare. Si può solo aspettare il prossimo episodio della grande #Rilettura sapendo, con piccolo spoiler già da qua, che gli episodi da recensire saranno meglio. Ma tranquilli, che la qualità della #rilettura rimane sempre la stessa. In questo mondo di dubbi, la qualità (anch'essa dubbia, però) dei post di questo blog è l'unica certezza.
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