giovedì 5 gennaio 2017

Vita di coppia con un Windows Phone

Vita di coppia con un windows phone
Quando compri un telefono, hai più o meno tre scelte: un telefono con un sistema operativo Android, un Apple e...Basta. Ah no, giusto, dicevo tre scelte, quindi includevo anche i Windows Phone. Forza dell'abitudine. Che poi è anche il telefono che possiedo io, anzi, diciamo più correttamente, che possiede il protagonista di questa storia.
Queste tre scelte, però, non sono uguali per tutti: a Napoli sembra che la scelta sia, cosa scientificamente provata da quel che si riesce a comprendere dalle loro stesse testimonianze (fatte di accenti spostati per conservare l'originalità del posto e di brusche accelerazioni improvvise) un Samsùng, un Kiway e un telefono della Vodaphòne, che sembra battere tutti in fatto di prezzo.

In linea generale però le scelte sono quelle di sopra, a meno ché poi non sei un esperto, uno che ne capisce, uno che Android è troppo mainstream, e che quindi conosci tutti i sistemi operativi o i telefoni che devi andare in capo al mondo per trovare, ma che sono il meglio del meglio (no plus ultra del cazzeggio telefonico). Quel tipo di telefono o sistema operativo che tu, chiacchierando col tipo in questione (spesso grande amico delle persone solo perché conosce tutti i metodi per scaricare online illegalmente qualsiasi gioco di fama mondiale senza ritrovarsi il PC pieno di cose fastidiose, e questo significa che 1. davvero sa cosa fare o che 2. per lui i porno bulgari che si downloadano abusivamente sul PC non sono poi un gran fastidio) lo nomini un attimo come "underground". In fondo è cosa da mai fare, perché per tutti i tipi come lui quella cosa lì è underground e anticommerciale come lo era Smeel Like Ten Spirits dei Nirvana, e quindi no, tu non capisci una sega.                                                                                                
Andando oltre queste eccezioni la scelta tra quei tre telefoni è presto detta, perché o si sceglie un Android per andare sul sicuro, perché non si ha nulla da fare e quindi il pomeriggio si passa di giochini installati, oppure si è anticonformisti, ma così talmente tanto anticonformisti da comprarsi l'iPhone come hanno fatto tutti i fichi amici tuoi. Solo se sei il protagonista di questo racconto poi, si sceglie un Windows Phone, o se sei un autolesionista (che poi, per il sottoscritto, anche chi mangia cioccolato 90% fondente è autolesionista), o  un serial killer che non vuole essere rintracciato, o meglio dire, nemmeno considerato dall’FBI (anzi, se ti scoprono al massimo per pena ti lasciano libero, e se sono buoni ti comprano un telefono nuovo). Ma come e perché il Protagonista (figura che chiameremo P, P come una qualsiasi parola buffa che comincia per P e, solo in caso non ne venisse fuori nessuna, come Protagonista o anche come Personaggio Principale, con l'unico problema che per farlo dovremmo chiamarlo PP, e quel poco di stupido humor inglese che ho in corpo mi dice che sia meglio di no) abbia comprato questo WP nessuno lo sa, tranne il sottoscritto che scrive e che si può definire grande amico di P (rapporto di amicizia ai livelli di quello tra Paperino e Paperinìk, tra Peter Parker e Spider-Man, tra Paperoga e Paper Bat, capite, amicizia a livelli alti).
Diciamo per un motivi economici, diciamo per altri motivi. Un WP ad un particolare tipo di occhio che ancora non sappiamo definire in modo scientifico piace. Non si sa di preciso il motivo ma piace. P una volta aveva bisogno di comprarsi un telefono, e l'offerta per quel Nokia sembrava qualcosa di troppo fantastico. Quella volta gli amici raccontavano lo smartphone come qualcosa di altamente eccezionale. Chat con tutta la gente della scuola, compiti che venivano inviati con una velocità mach 20 e tante altre novità entusiasmanti. Il Giova aveva un Samsung dalle elementari e mostrava con orgoglio tutti i meme divertenti che arrivavano, con i pupi stilizzati capaci di trasformarsi nel giro di un attimo in trollface capaci di mandare a quel paese qualsiasi cosa avessero davanti. Il Subba invece spiegava in modo scientifico come avere un telefono aiutasse nel rapporto con le ragazze, ma il perché lui era ancora single nessuno lo sapeva. Palo (che no, non era chiamato così per il suo ruolo nelle rapine) mostrava prime posizioni in classifiche mondiali di giochi sconosciuti. E le ragazze, invece, sapevano filtrare tutti i brufoli con un clic, aggiungendo poi colori sgargianti o chiaroscuri che coprivano il tutto: oggi invece sarebbe bastato sostituire il naso a patata con quello del cane e coprire qualche piccolo pelo sul mento compromettente con la lingua del medesimo animale. Bastano pochi anni per cambiare gli stratagemmi di guerra. Intanto però le prof avvertivano di come, per far parte di questa straordinaria classe digitale (secondo flop nella storia dopo l’invenzione degli evidenziatori neri) ci volesse qualcosa per poter comunicare coi compagni di classe nel minor tempo possibile. Alla fine poi, sentitosi quasi costretto a prendere un maledetto telefono, si venne pure a sapere che quelle chat piene strabordanti di utenti continuamente online non erano orgie interstellari bensì luoghi inutili di ritrovo per le catene di Sant’Antonio, con tutte le bambine morte, emoji inedite, fortune e amori che si portavano dietro. Dunque però, quella offerta era troppo succosa per P, che di telefoni ne sapeva poco. Così succosa che l'accorgersi un mese dopo che quello stesso telefono ormai costava 30€ in meno non fu nemmeno così doloroso. Almeno in apparenza.
Ma com'è la vita di coppia con uno Windows Phone? Come funziona il rapporto tra P e il telefono? (Storia che, oltre a non interessare a nessuno, per ignoranza generalizzeremo)
1)Si parte semplice, Whatsapp. In tantissimi casi, Whatsapp, la famosissima app di messaggistica che ha rivoluzionato il modo di far passare il tempo a gran parte degli adulti futuromuniti nel loro modo migliore in un Windows Phone non funziona bene. In sintesi, principalmente, non arriva alcuna notifica per i messaggi. Indi bisogna aprire l'applicazione (apparentemente appassionante) per sapere se qualcuno ti ha scritto.Questo genera un forte problema a P, come forse a tantissime altre persone: un forte problema che provoca l'aver continuamente paura che qualcuno ti abbia scritto e tu non lo sai,  che sia successo qualcosa di importante. La paura che si apra l'applicazione e che ci si ritrovino milioni di messaggi da centinaia di gruppi diversi (dalle litigate sul gruppo di classe agli spostamenti degli orari nei gruppi della palestra passando per le bestemmie in gruppi in cui non sai nemmeno tu come ci sei finito dentro dai nomi ambigui del tipo Manicomio o Parliamo di ragazze, ovviamente creati dall’amico che, nella vita reale, sembra una comparsa in un film sull'adolescenza trasformandosi poi magicamente un mostro sessista quando apre il telefono) e che di conseguenza ti si impalli il telefono è sempre molta. Unico neo della questione è che in fondo poi, costretto ad aprire l’app in modo ossessivo ogni 42 secondi, P si accorge che nessuno lo scrive. Ok, non esageriamo, qualcuno c’è, ed è identificabile spesso a ragazze che chiedono compiti, ragazze che non sanno fare gli esercizi di mate, ragazze trasgressive che invece l’aiuto lo chiedono in geometria, ragazze che la spiegazione in classe non l’hanno mica capita tanto bene, troppo attente a guardare qualcuno del sesso opposto (che poi, guarda caso, non si tratta mai di P, che però deve aggiustare la cosa), e infine anche ragazzi che chiedono compiti, ma di quelli non frega mai una mazza. Ah, giusto, dimenticavo una cosa, le ragazze che lo invitano a casa. Per i compiti, ovviamente; e se capita bene, c’è pure la mamma che gli offre il succo di frutta. Così P si guadagna la merenda ed è felice. Poi ripensa alla sua situazione e gli viene da sbattere la testa contro al muro. Fortunatamente nel far ciò passando 42 secondi e prima che accada il misfatto P si ferma per andare ad aprire Whatsapp, perché tanto stavolta è sicuro che qualcuno gli ha scritto. Ah, infine, Whatsapp nei windows phone è in ritardo, estremamente in ritardo. Quindi,passerai vari mesi pensando che quell’emoji che non riesci a visualizzare è un fantastico cuore gigante che lo stesso manca ad un windows phone, ma poi al massimo è un dito medio, o una nuova faccina altamente tecnologica che significa “sgancia i risultati, bastardo!” con il potere di far nascere visioni del tipo “quando un ragazzo con i compiti incontra una ragazza organoriproduttivofemminilemunita, il ragazzo coi compiti è un ragazzo schiavo”.
2)Il ritardo delle applicazioni è facilmente trovabile in qualsiasi app, indi il discorso finale fatto con Whatsapp vale un po’ per tutto.
3)Quando si parla di “qualsiasi app” si parla praticamente di un numero bassissimo. Lo sanno tutti: nello store di uno Windows Phone non c’è nulla. Nella community di recensori nello store quindi si troveranno due tipi di persone a. chi si lamenta e rilamenta a suon di emmobasta, mi compro il samsung b. chi scrive chilometri di testo per spiegare, forse anche giustamente, come sia tutta colpa di Google, del mondo, il motivo per cui si è svantaggiati nei minimi dettagli aziendali passando alla descrizione delle emozioni di quelli di Google nel momento in cui pensano a come uccidere la piattaforma di windows in tutte le sue sfaccettature, con finale “spero che i produttori leggano” che dovrebbe includere, quasi per legge, un effetto sonoro simile ad una risata lontana e ben sentita. Il fatto bello è che poi davvero lo sperano.
Quindi, cosa succede? Niente Clash Of Clans, per fare il primo esempio (perché anche per P c’è stato il momento in cui il tempo libero lo si passava con questi giochi), bensì altri prodotti simili e ben superiori (cit. descrizione di tutte queste app) praticamente vuoti, dove oltretutto c’è il filtro nazionalità+sistema operativo, per fare gli sfigati pure un po’ snob.
4)Quelle poche app che ci sono oltre che essere in ritardo sono spesso pure ritardatate. Se guardiamo un caso scelto a caso (scusate il gioco di parole e la grande bugia), cioè l’app di Facebook, ci si ritrova spesso a dover preferire l’andare sul sito da internet (non Google Chrome, chiariamolo, ma Internet Explorer che ci augura buon 2007, ci mostra una recensione di Yotobi e ci chiede se stiamo bene dopo il terremoto il terremoto di Messina, 1908) che puntualmente, una volta mostrata l’home, ti taglia un quarto di pagina. Praticamente, se mai ti capitasse qualcosa di hot in bacheca, destino vuole che al massimo riuscirai a vederle gli occhi, il resto se lo gode il povero Explorer.
Il rapporto tra i due però ha varie complicazioni in cose più piccole, del tipo l’assenza di una fotocamera frontale con relativo sfottò perché l’app per i selfie c’è già preinstallata, oppure l’assenza di Drive che rende la condivisione veloce di file rapida a concludersi quanto One Piece, o ancora mille altre cose.
Però, dopotutto, P ce l’ha ancora. E dopotutto, a P piace. Perché ha una home molto personalizzabile e mai monotona, perché in fondo quel poco che deve fare lo fa bene, perché per ora si sta rivelando abbastanza indistruttibile dopo anni che P lo usa, perché in fondo, anche se gli mancano mille cose, Nokia offre applicazioni preinstallate interessanti, come Adobe, Cortana, la Creazione Suoneria, la Mail, Office, OneNote, OneDrive e ancora qualche altra cosa.
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Però questo racconto lo sto scrivendo da PC, perché il programma di scrittura è scomodissimo.
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E pure un sacco di altre cose, a ripensarci.

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