Darkenblot è prima di tutto un bel progettino nato grazie a Pastrovicchio, quello che renderebbe coi suoi disegni palestrato perfino Giacomino (love) che voleva fare qualcosa per rendere il personaggio di Macchia Nera altamente più figo, a partire dal suo character design. Mettendoci in mezzo anche la sua passione per i robottoni molto giapponesi. Cioé, sa di cosa epica solo a spiegarlo. Idee che poi finiscono nelle mani di Casty, quello del ritorno della Spia Poeta e di un sacco di storie bellissime uscite in questi anni, e ci si va a creare intorno una bella saga, con tante nuove idee, personaggi e ambienti. Quello che ne viene fuori, in queste due storie (divise a episodi) uscite, è un gran bell'esperimento, che concentra però la sua reale bellezza in una sola delle due storie... [ma il motivo di ciò lo capirete solo a fine discorso, perché sono un po' bastardo].
Così, nel 2012, esce la prima storia di questa saga, Darkenblot-Il futuro è già qui, che parte col botto.
Che dai, vedere Macchia che fugge da Alcatraz costruendosi al momento un robot gigante e epico farebbe bagnare tutti. Spoilerino solo per attirare l'attenzione, poi vedo di non farli più [mi paro il parabile, in sintesi]. Poi a Casty tocca un altro brutto lavorone, spostare il topastro in una nuova ambientazione, Avangard City, città futuristica piena di futuro e di robot poliziotti che seguono le tre leggi della robotica e quindi il massimo che possono fare è insultare le mamme dei ladruncoli. E, dopo, è il momento dei nuovi personaggi, dal sindaco Persis, al detective Zark e ai simpaticissimi poliziotti in pensione, fino a Roxette (personaggio che se non fosse per il bellissimo tocco di Pastrovicchio sarebbe uscita fuori simile a fin troppi personaggi dell'universo creato da Casty). A quel punto può iniziare questo giallo fantascientifico, tutto di corsa.
L'epicità |
Mezzi delusi, quindi. Non che la storia sia brutta, anzi. I disegni son bellissimi, lo stile di Casty c'è, ma si sente fin troppa compressione, e tutto lo scenario è troppo di sfondo, così come anche tutti i personaggi. Però, c'è da dire che Il Darkenblot è davvero figo e fa davvero tanta scena...
Ma non sono le due scene più epiche di sempre? |
La genialità sta già nell'inizio: Topolino e Minni, dopo un anno dalle vecchie vicende, vanno a vedere un film al cinema che narra delle avventure di Topolino ad Avangard City....un po' romanzate! E così si fa ridere e intanto si fa anche il riassuntone per quelli con la memoria corta. E il Pastro può anche sbizzarrirsi come più vuole, con quella figata di esplosione con la topoenergia e lo sbaciucchiamento finale che mi ha fatto ridere per 10 minuti. E la cosa diventa anche poi l'incipit per far iniziare la storia.
E i personaggi, che qui non devono essere più utili solo a depistare le tracce e a mettere un po' di confusione nel lettore per fargli credere di star leggendo una grande storia: il sindaco Persis, che sul finale diventa simpaticissimo, i poliziotti in pensione, qui davvero eroici e davvero amici di Mickey, la Tenente Neve, e ancora la giornalista, Pattilius, e molti altri.
La storia diventa così articolata e Macchia Nera è ancora più figo senza aver bisogno di nessuna frase epica. C'è più o meno lo stesso tipo di piano della scorsa volta, ma qui viene ampliato e ottimizzato. Un nuovo Darkenblot, più complesso e epico di prima. C'è un po' di satira che strappa qualche risata, c'è l'azione inserita davvero bene in certi momenti per non appesantire la storia, e c'è un problema da risolvere ben più grosso rispetto a prima. Problema che diviene sempre più grande e alla fine scaturisce in vero e proprio thriller fantascientifico.
E poi c'è Pastrovicchio, che anche qui fa un ottimo lavoro. caratterizzando molto bene certi personaggi nel character design, e che mostra scene d'azione spettacolari che si mischiano ad altre di un impatto che epico è dir poco. Alla fine il nuovo stile di Macchia è reso benissimo ed è visivamente uno spettacolo.
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