Preparando un paio di prossimi bei post (e direte, ci mancava solo che 'sto qui abbia aspettative basse :D) mi arriva un consiglio riguardo un anime da seguire da nientemrpopodimeno che una delle più belle amicizie che ho, da quella persona senza la quale questo triangolino stupido di internet non esisterebbe neppure tanto il supporto ricevuto senza neanche accorgersene. A consigli di un certo spessore non si indugia, è ovvio. Inoltre, d'improvviso, il diavoletto sulla spalla rappresentante il lato hipsterdistogran[OMISS] smette di dire di no ad un altro anime recente, e ti ritorna senza motivo l'interesse. Ma sembrano entrambi esempi di quegli anime giapponesi più articolati che non meritano né un classico "il meglio del meglio" né una recensione episodio per episodio come faccio per altre opere. Attendendo quindi di averli finiti per un'analisi seria, mi pareva una buona idea dire qualche velocissima impressione a caldo su questi particolarissimi primi episodi, provando sopratutto a spiegare ironicamente cosa mi accade quando davanti ho quell'opera che un grande amico ama da impazzire/che tutto il mondo ha visto e ne parla, tranne ovviamente te. La battuta del titolo fa schifo, lo so, ma non ho resistito a scriverla, proprio non ce l'ho fatta, vi giuro che ci ho provato.
Shinsekai Yori (Dal nuovo mondo/From the New World) è un anime di 25 episodi trasmesso tra il 2012 e il 2013, ispirato al romanzo di Yusuke Kishi. Vista la provenienza del consiglio questo primo episodio ha subito, con un abile colpo di stato, preso il trono di quella lista delle cose da vedere che mi faccio sempre d'estate.
E ogni volta è un "wowowowowow, sta iniziando".Guai a chi si muove, hey, tu, vicino di casa che rompe col trapano la mattina presto, trovati qualcosa di meglio da fare. Hey tu, Delux jn. gioca a Minecraft e non rompere, tutto quello che devi dirmi trattienilo nella mente per 22 minuti e 39 secondi, salvo pause per andare in bagno e sì, dai, se non mi distrai tu e sto nuovo pesce palla che hanno aggiunto nel gioco faccio anche una partita con te a Scotland Yard, di quelle che durane le ore. Poi inizia. E devo dire che è uno di quei primi episodi davvero molto strani. Ci sono tante premesse e nulla di effettivamente concreto, un prima e un dopo solo accennati per una storia che sembra solo un pezzettino di un puzzle. La curiosità, tocca dirlo, è altissima: anche se l'episodio preso da solo non mi ha fatto impazzire, tanti elementi premettono tante sorprese, sperando di non dover aspettare molto per vederle. Un gruppo all'apparenza semplice di ragazzini, una scuola che potrebbe nascondere qualcosa di ben più oscuro, poteri nascosti e un futuro spostato di ben mille anni rispetto ad oggi, ma senza risvolti apocalittici o tecnologici evidenti. C'è tanto che non torna, e di conseguenza tanta curiosità per questa serie.
Uffff, gran respiro di sollievo, possiamo asciugarci le gocce di sudore sulla fronte. Ci è andata bene, come sempre in fondo, l'anime è piaciuto, possiamo comunicarlo con felicità alla diretta interessata. Perché dai, ditemi, chi non ha una paura folle di dover dire a Ted Mosby che Guerre Stellari non gli piace?
Poi, vi dicevo, il diavoletto hipsterdistogran[OMISS] sulla spalla. Quello che diceva di no a Rick And Morty, per esempio. Capire il suo pensiero è abbastanza semplice. C'è qualcosa nell'ambito che ti interessa di cui parlano tutti, entusiasti come non mai? Vedi ovunque online giudizi estremamente positivi su un opera che a tutte le carte in regola per poter piacerti? Ecco, caro mio, questa cosa deve farti schifo, punto. L'hipsterdistogran[OMISS] ragiona così, e quando il diavoletto sulla spalla riesce a prendere il controllo della situazione, va a finire che davvero mi perdo grandi serie solo perché ne stanno parlando tutti. Poi, però, accade che d'improvviso la curiosità si riaccende, senza un reale motivo. Così è andata anche per Made in Abyss, anime dell'anno scorso ispirato ad un manga del 2012. Per un certo periodo ne parlavano tutti, tutti erano entusiasti nel definirlo l'anime dell'anno. E forse, forse, non si sbagliavano, a guardare questo primo episodio. Un inizio molto più classico rispetto all'anime precedente, per una trama che si comincia già a delineare e già mi piace. Per di più, una di quelle ambientazioni che mi fanno impazzire. Anche questa si preannuncia una serie davvero niente male, e mi fa rimpiangere di aver ascoltato fin troppo la spalla sinistra. Graficamente è bellissima e scorre molto bene. La trama segue le storie di un'isola ove al suo centro c'è un'immensa voragine, l'Abisso, profondissima, piena di cimeli e con una flora e fauna tutta sua, e di Riko, una giovane esploratrice. Delux approved. Hey, qui in caso contrario non c'era da trovare nessun giro di parole per rovinare il sogno agli amici, ma avessi gettato l'esca su un qualunque social network mi sarei potuto ritrovare qualcuno sotto casa. Con le riproduzioni strafedeli di tutte le armi al vibranio della Marvel e dei martelli usati da Thor.
Wow, strano che l'interesse per l'animazione giapponese puntualmente svanisce d'inverno e spunta fuori a mo' di fungo d'estate. Fantastico, invece, che entrambi gli anime, anche se in modo diverso, mi siano piaciuti. Ovviamente, c'è tutta quella storiella dei pulsanti a destra per i Comunellisti, sotto per condividere a destra e a manca, qui per il bellissimissimo canale Telegram. E soprattutto quella del il prossimo post lo faccio serio. Che poi oh, magari è vero.
Ricordate, cari lettori, IlblogdiDelux è l'unica lettura che non si scioglie al sole e che soprattutto non vi fa sentire i soli stupidi e dispersivi per via del troppo caldo. Ma lo sapete che il fumetto che più ho atteso quando ero piccolo l'ho proprio sciolto tutto dal caldo? Va', prima o poi ve lo racconto.
Blog col titolo dalla poca fantasia scritto da una delle tante figure che potresti trovare in un qualsiasi paesino al termine dell'universo, in una qualsiasi casa con un qualsiasi fratellino di fianco che rompe perché vuole il pc. Però forse sono il prescelto di qualcosa e noi ancora non lo sappiamo.
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